Sull'intervista di Gigi Muledda pubblicata sulla Nuova

Martedì, 20 Agosto 2013. di Franco Branca Numero di letture: 3135

Sull'intervista di Gigi Muledda pubblicata sulla Nuova
Franco Branca di Casa Sardegna

Leggo l'appello all'unità tra sovranisti e indipendentisti nell'intervista a Gigi Muledda sulla Nuova. Gigi è certamente un uomo politico che ha esperienza, responsabile, capace di assumersi la sua parte di responsabilità sul passato – cosa che dovremmo fare un po' tutti, ciascuno per la sua parte, piccola o grande - ma non mi convince, nonostante la stima e l'amicizia personale che ci accomuna.

Il suo argomento forte (a parte l'adesione ai principi ideali della sinistra – che in questo frangente contano pochino)- è che portare a casa un 15% sovranista/indipendentista concorrerebbe a raggiungere il 40% con i voti dei partiti di centrosinistra, per vincere le elezioni. Io sono convinto, invece, che oggi l' orientamento degli elettori sia diverso da quello che Gigi immagina, che le persone siano sempre più libere da vecchie appartenenze e che la attuale situazione richieda scelte radicalmente diverse rispetto al passato.

Il giochino di proporre all'elettore di scegliere tra zuppa o pan bagnato è saltato. Con il successo alle politiche del M5S, infatti, si è iniziato ad invertire positivamente la tendenza sempre più marcata al distacco dei cittadini dalla politica e dalle scelte elettorali.

La gente riprende a votare e lo fa per mandare a casa la cosiddetta "vecchia politica" – che in buona parte significa anche i vecchi politici – ed inizia ad imporre nuove tematiche e proposte, partendo da nuove regole e rapporti tra i cittadini e le istituzioni.
Questo è il dato da cui partire, anche in Sardegna.

E allora, senza essere codini, il problema è come interpretare le esigenze della nostra gente e costruire le alleanze giuste per vincere le elezioni in funzione del CAMBIAMENTO della Sardegna.

Nella cosiddetta "galassia" indipendentista esistono gruppi, partiti ed associazioni di diverso orientamento ideale. Io sono d'accordo che se andiamo a discutere nel concreto di contenuti non sarà molto difficile concordare un programma comune, e ci stiamo lavorando NDR.
Se sommiamo in una coalizione i voti che le varie componenti di questa "galassia" (Rossomori, IRS, PSd'Az, Forza Paris, Sardigna Libera, Partito dei Sardi etc etc etc) possono raccogliere, superiamo abbondantemente il 15 %, anche se mi sembra molto difficile che si arrivi al 25% (da questo punto di vista ognuno crede alle proprie previsioni ).
Se si riuscisse in questa operazione l'effetto elettorale potrebbe essere un moltiplicatore dirompente.

Cosa ci impedisce di raggiungere questo risultato? Secondo me miseri conti di bottega, che antepongono a quelli generali i propri interessi di partito, nella pretesa (nella migliore delle ipotesi) che questi coincidano con quelli più generali. Questo, e non altro, è l'errore politico di Progres e di Franco Contu (Michela Murgia non ha capacità di elaborazione politica, è solo un nome utile perché gode di notorietà): anteponendo i propri interessi di gruppo e giocando intelligentemente sugli effetti mediatici della scelta di tempo della proposta di candidatura della Murgia –sapientemente supportati – sperano di iniziare ad esistere nello scenario regionale come partito (obbiettivo minimale), piazzare qualche consigliere regionale e costruire le condizioni per crescere nel medio termine.

Il ragionamento di Rossomori non è molto diverso– come peraltro quello di IRS, di Maninchedda e di quanti stanno a guardare cercando di capire come butta, per aggregarsi alla coalizione di centrosinistra. Si cerca di capire quale sarà il cavallo vincente per puntare su di lui. In questo modo si tenta di assicurarsi l'elezione di qualche consigliere regionale, anche nell'ipotesi che non si vincano le elezioni.

Tutto questo è comprensibile. Ma, per favore! non presentatecelo come la scelta migliore né la scelta adeguata alle esigenze della Sardegna oggi.

Casa Sardegna, come Gigi, sostiene che oggi il recupero per la Sardegna degli spazi più ampi possibile di autodeterminazione è una CONDIZIONE per lo sviluppo della Sardegna.
Questo è l'obbiettivo prioritario, che dovrebbe essere incarnato da un candidato Presidente capace di garantire le esigenze di innovazione, di pulizia, di competenza.

Con chi possiamo ragionevolmente pensare di raggiungere questo obbiettivo? Con il PD e con il PDL che trasferiscono a livello locale le decisioni romane? Con i gruppi dirigenti regionali di questi partiti che in Sardegna dedicano il 90% delle loro energie e tutelare gli spazi di potere acquisiti ? con questi gruppi dirigenti di miracolati elettorali e di leccaculo dei partiti romani ? Datevi la risposta.

In sintesi, caro Gigi, meglio rivolgere lo sguardo da altre parti. Meglio guardare a quell'enorme quantità di elettori che ne ha le tasche piene e non va più a votare e meglio costruire una proposta capace di aggregare il mondo indipendentista e raccogliere le esigenze di innovazione nella politica rappresentate dal M5S, favorendo la sua maturazione interna.
Questa è la scelta giusta e questa è la coalizione che può vincere. Certo, ci vuole un po' di coraggio, di umiltà e capacità di autocritica da parte di tutti. Lasciamo pure la Barracciu a Bruxelles e la Murgia a scrivere storielle, che lo sanno fare.

Commenti (1)

  • PIERANGELO

    PIERANGELO

    27 Agosto 2013 at 07:39 |
    Non fa una grinza, ma la logica del coltivare il proprio orticello è difficile da superare e fintanto che i sardisti si tengono questa dirigenza ...

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