Associazioni nascono

Domenica, 08 Dicembre 2013. di Franco Branca - Casa Sardegna Numero di letture: 2355

Associazioni nascono

Sabato ha ufficializzato la propria nascita Sardegna sostenibile e sovrana, venerdì è stata battezzata l'associazione Terra di Pace e Solidarietà. In gran parte il pubblico presente, partecipe attivo della discussione, era lo stesso. Io saluto con entusiasmo la nascita di queste associazioni, di cui fanno parte tante persone di buona volontà che, come noi di Casa Sardegna, non si ritrovano negli ambiti dei partiti (anche se ormai dilatati) e soprattutto nelle loro regole di comportamento e nella farisaica pratica politica.


Queste ultime due Associazioni nascono a Cagliari e nell'ambito del popolo della sinistra. Nella prima probabilmente prevale il fastidio per le pratiche consolidate di gestione del potere e l'esigenza di rivolgere l'attenzione ai problemi dell'uomo e della politica al suo servizio; nella seconda è evidente già dal nome lo sforzo di individuazione di una proposta programmatica capace di mordere sul concreto, tanto che l'argomento della discussione è stato direttamente l'esigenza di un nuovo modello di sviluppo.

Per altri versi la stessa esperienza di Sardegna Possibile, che ha catalizzato il credito di tante persone politicamente e culturalmente impegnate, ma anche la breve stagione di Sardegna 2050 e le stesse esperienze di Progres e di Unidos (pur così diverse) certificano la rottura della stragrande maggioranza del quadro attivo dell'intellettualità isolana con la partitocrazia.
A ben vedere i prodromi di questo fenomeno si possono individuare anche nelle stesse esperienze di Progetto Sardegna, di Rossomori e nel proliferare di tante mini e micro associazioni indipendentiste e identitarie.

Certo, spesso si tratta soltanto di sigle funzionali a sostenere l'attività di questo o quell'esponente poltico (non è illecito, anzi !), ma ormai è tanto ampia la dimensione di questo fenomeno che sarebbe da miopi non coglierne l'esigenza profonda e la dirompente potenzialità.
Io non so se anche in Italia si stia diffondendo questo fenomeno, ma credo che per quanto ci riguarda, nella nostra isola, esso sia la risposta non protestataria del popolo sardo alla politica ormai esaurita delle centrali romane di intermediazione della finanza internazionale che governa il paese attraverso l'alleanza tra centrodestra e centrosinistra.

Sono convinto, cioè, che qui in Sardegna abbiamo abbondantemente superato il fenomeno M5S, che considero comunque salutare, e che esistano le condizioni per fare un salto importante verso l'affermazione pratica dell'autodeterminazione del popolo sardo.

Da questo punto di vista, le prossime elezioni regionali sono un banco di prova che può certificare una svolta storica. Tutti sappiamo che se riusciremo nello sforzo in atto di costruire una coalizione identitaria la più ampia possibile il premio sarà il governo della Regione. Questo realizzerebbe finalmente la precondizione fondamentale per costruire il percorso di autodeterminazione politica, economica, istituzionale della nostra comunità. Tutti, in funzione di questa opportunità, dobbiamo assumerci la nostra parte di responsabilità.

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